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Fibrillazione atriale: nuovo punteggio ABC per il rischio emorragico da anticoagulanti orali


Il punteggio ABC ( Age, Biomarkers, Clinical history ) presenta una migliore efficienza diagnostica nella determinazione del rischio emorragico nei pazienti con fibrillazione atriale che devono essere trattati con anticoagulanti orali, rispetto al punteggio HAS-BLED attualmente utilizzato.

Nei pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare l'efficacia terapeutica dell'anticoagulante orale nella prevenzione degli eventi tromboembolici, si basa su un equilibrio tra riduzione dell'incidenza di ictus ischemico e aumento degli eventi emorragici maggiori, quest'ultimo valutato per lo più dal punteggio HAS-BLED, che si basa su fattori di rischio clinico.

Il punteggio ABC si basa su biomarcatori ( GDF-15 [ fattore di crescita e differenziazione 15 ]; la troponina cardiaca ad alta sensibilità ( hs-cTnT ); la cistatina C o la velocità stimata di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR) per la funzione renale; l'emoglobina o l'ematocrito, entrambi indicatori della presenza di anemia, e infine l'NT-proBNP, N-terminal pro-brain natriuretic peptide, un biomarcatore del rischio di disturbi cardiaci.

Il nuovo punteggio è stato validato in 14.537 pazienti con fibrillazione atriale randomizzati ad Apixaban ( Eliquis ) rispetto a Warfarin ( Coumadin ) nello studio ARISTOTLE e convalidato in 8.468 pazienti con fibrillazione atriale randomizzati a Dabigatran ( Pradaxa ) rispetto a Warfarin nello studio RE-LY-

I predittori più importanti per sanguinamenti maggiori sono state le concentrazioni di GDF-15, hs-cTnT, i valori di emoglobina, l'età, e una storia di precedenti sanguinamenti. ( Xagena )

Fonte: The Lancet, 2016

XagenaHeadlines2016


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